Anni '90: cultura e architettura Stampa
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Martedì 24 Novembre 2009 20:02

di Cinzia Bianchini e Fabio Dolso

Incontriamo Cinzia Bianchini e Fabio Dolso una sera di inizio ottobre, dopo cena, nei locali del Circolo. Loro sono stati rispettivamente presidente e vice presidente di Nuovi Orizzonti nello stesso periodo, a metà degli anni novanta. Da più di dieci anni non tornavano nella sede del Circolo, da quando in pratica si è concluso il loro impegno più stretto e continuativo con la nostra realtà associativa. Poi nel corso della chiacchierata spiegheranno i motivi di questo distacco.

Raccontano che tutto è iniziato con un corso di arredamento proposto e organizzato da un gruppo di studenti universitari che avevano fondato un laboratorio di architettura.

Dalla disponibilità dimostrata dal Circolo Nuovi Orizzonti ad offrire i locali per il laboratorio, si passò poi alla collaborazione e a un impegno più duraturo con l’assunzione di responsabilità e di direzione.

Come premessa Cinzia Bianchini tiene a sottolineare che l’unica idea di fondo che caratterizzò la sua frequentazione del circolo Nuovi Orizzonti, fu quella di aver avuto la possibilità di costruire qualcosa di valido sul piano culturale. La cultura in primo luogo fu l’humus e la sostanza di questa collaborazione.

Tutti e due gli interlocutori ribadiscono che su questo punto specifico trovarono non solo un valido appoggio nella struttura del circolo, ma un terreno fertile sul quale si riuscì a costruire qualcosa di positivo e di qualificante. Perché, ai corsi di arredamento, seguirono corsi di architettura e corsi di teatro, con rappresentazioni di ottimo livello. Non mancarono una serie di conferenze sulla donna, sulla fisica e sulle scienze in generale, ma anche sulla poesia. I corsi di ceramica, intanto, erano una caratteristica della loro gestione. Ma seguirono anche serate di tango, una scuola di pittura con artisti conosciuti e stimati, e ancora corsi di storia del cinema, con l’organizzazione di una simpatica rassegna su cinema e cibo.

La signora Cinzia Bianchini ricorda che tutte le conferenze organizzate ponevano all’attenzione tematiche di alto valore culturale, ma erano sempre legate a problematiche attuali in quel momento storico.

Fabio Dolso ricorda, invece, l’organizzazione di un memorabile viaggio-gita per ammirare la chiesa di Riola, in provincia di Bologna, che è l’unica opera realizzata in Italia su progetto del grande maestro dell’architettura mondiale Alvar Aalto.

In generale si sceglievano quattro date all’anno, si fissavano le tematiche che potevano essere l’organizzazione di conferenze o anche di feste, e su queste date si partiva mettendo in moto la creatività di tutto il circolo. Entrambi tengono a sottolineare come la collaborazione affinché gli eventi programmati avessero buon esito, trovava tutti i soci pronti a lavorare e a dare una mano.

Ricordano entrambi che la maggior parte delle attività furono fatte in centro, nei locali della CRUP, ad esempio, o al Castello. Lì fu organizzata una bellissima mostra di architettura, con le foto delle opere di Alvar Aalto e una conferenza finale sull’argomento di grande valore scientifico. Un valido contributo nell’organizzare tutto ciò venne, in quel periodo, anche dall’assessorato alla cultura del Comune.

Poi, pian piano, raccontano, che nacquero altre necessità e il progetto in qualche modo è finito, non è andato avanti. Chiuso il laboratorio di architettura, gli studenti ormai diventati professionisti, l’esigenza di cercare le loro strade nel lavoro e si sono persi i contatti.

Si nota, lo ribadiscono ed è evidente dal loro racconto, che la prospettiva culturale avesse la preminenza sugli altri aspetti nei quali era pure impegnato il circolo. Insomma, la ricreazione, che ricorreva e ricorre nell’intestazione dell’associazione era un aspetto secondario.

Oggi, sembra a tutti e due che in generale l’associazionismo, a differenza di allora, sia più centrato sul versante assistenziale, lasciando così scoperto il campo della cultura.

Forse perché non se ne ravvisa la necessità, dicono, ma non ci credono. Si vede che pensano, e lo affermano, che innalzare il livello culturale è una condizione indispensabile di ogni vera associazione. Allora come adesso.